Civita di Bagnoregio
Civita di Bagnoregio
L´antica Bagnorea, oggi Bagnoregio, patria di San Bonaventura, era un tempo collegata a Civita da una lingua di terra che, nonostante terremoti e devastazioni, conserva ancora la chiesa romanico-gotica di Sant´Agostino, la cattedrale di San Nicola con campanile cinquecentesco e l´interessante Palazzo Comunale.
Ai confini con l'Umbria, Civita di Bagnoregio è conosciuta come "La città che muore" a causa dell'erosione e dei lenti franamenti della roccia di tufo su cui nacque il villaggio. Collegata alla terra ferma da un ponte, nel borgo rimane la chiesa romanica di S. Donato, i palazzi rinascimentali dei Colesanti e degli Alemanni. Ottime le taverne in cui si possono gustare bruschette e altro accompagnate da una buona selezione di vini. Si raggiunge percorrendo la strada statale Cassia fino a Montefiascone per voltare in direzione di Orvieto, oppure con l'autostrada A1 uscendo al casello di Orvieto. Bagnoregio è situata a mezza strada tra Orvieto e il lago di Bolsena.
Civita..."la citta' che muore"
Addentrandosi nell´abitato di civita
Più avanti la via S. Maria si apre nella piazza principale, dove si può ammirare la romanica Chiesa di S. Donato rimaneggiata nel XVI secolo.
In essa sono custoditi uno stupendo Crocefisso ligneo quattrocentesco, della scuola di Donatello, e un affresco della scuola del Perugino.
Da vedere anche la Chiesa romanico-gotica dell´Annunziata, affiancata da uno slanciato campanile del 1735 e ricca di opere pittoriche.
Notevoli il chiostro realizzato nel 1524 su disegno dell´architetto Michele Sammicheli e il pozzo centrale del 1604, opera di Ippolito Scalza
Sul bordo orientale del Belvedere, dove c´era il convento francescano, è scavata nel tufo una grotta detta di S. Bonaventura.
Un poco di storia
° VI sec. prime notizie certe su Bagnorea (questo è il nome più antico), menzionata tra le sedi episcopali italiane. Dopo la caduta dell'Impero Romano, Bagnoregio cade sotto il dominio dei Goti e dei Longobardi, infine Carlo Magno la conferî al Papato. Dopo la conquista franca una serie di signorotti feudali si alternarono al potere: tra questi i Monaldeschi che divennero più tardi signori di Orvieto.
° 1348, un'epidemia di peste (quella narrata nel Decameron da Boccaccio) riduce la cittadina l'ombra di se stessa: si racconta che in una sola giornata si contarono più di 500 morti
XII sec., Bagnoregio diventa libero Comune e conosce un periodo di prosperità e vivacità culturale. Pur attratto nell'orbita della vicina e potente Orvieto, riesce ugualmente a mantenere una relativa autonomia.
° 1494, i bagnoresi riescono a distruggere la rocca dei Monaldeschi, liberandosi degli odiati tiranni.
Nello stesso anno si oppongono all'entrata in città del re di Francia Carlo VIII, diretto a Napoli con il suo esercito. All'atto eroico non corrisponde tuttavia alcuna riconoscenza da parte del Papa Alessandro VI Borgia, che due anni dopo assesta un duro colpo al fiero sentimento di libertà comunale istituendo il regime dei cardinali-governatori, che sarebbe durato fino al 1612, anno in cui Bagnoregio passa sotto il con trollo della Delegazione Apostolica di Viterbo.
° 1695, un primo terremoto, aggiungendosi all'opera distruttiva dell'erosione, reca ingenti danni all'abitato di Civita.° 1794, un secondo terremoto fa crollare lo stretto ponte naturale che collega Civita alla borgata esterna della Rhota. A quel punto la maggior parte degli abitanti abbandona il colle e si stabilisce alla Rhota, la contrada sorta nel XIII sec. e che oggi costituisce il centro storico di Bagnoregio.
°1867, il primo violento scontro tra le milizie pontificie e i volontari garibaldini passa alla storia come "la battaglia di Bagnorea". Nel 1870 Bagnoregio entra a far parte del Regno d'Italia.