La Cascata delle Marmore Orario di apertura
è uno scenario superbo e indimenticabile, con i suoi tre salti di 162 metri la Cascata delle marmore è la più alta d'Europa e rappresenta un delle mete turistiche più amate dal turismo internazionale. Fu la meta preferita dai viaggiatore del Grand Tour: artisti di ogni epoca ne hanno esaltato e cantato la bellezza, tra cui Lord Byron che ad essa è dedicata una famosa ode. La grandiosa idraulica fu realizzata dal console romano M. Curio Dentato nel III sec. a.c. convogliando le acque del Velino nel Nera un rete di sentieri-natura organizzati conduce ai punti panoramici della Cascata.
La Cascata
delle Marmore è una cascata artificiale che risale
all'età romana, gli scopi che hanno le tecniche di controllo delle acque
sono tre e di fondamentale importanza: innanzi tutto rendere coltivabili e abitabili
nuove terre per liberarle dalle acque stagnanti, irrigare i campi e dissetare
la popolazione delle città.
La creazione della Cascata delle Marmore avvenne per opera del console romano
Curio Dentato nel 271 A.C. con il fine di bonificare la piana di Rieti e liberare
quindi la valle Reatina dall'impaludamento, che èra causato dal fiume
Velino;
fece quindi scavare nella roccia un canale, ( cavo Curiano ), facendo cosî
precipitare nel sottostante fiume Nera il Fiume Velino.
Per liberare la valle Reatina dall'impaludamento causato dalle acque del fiume
Velino, il console Curio Dentato fa scavare nella roccia un canale, denominato
cavo Curiano, facendo precipitare nel sottostante fiume Nera le acque del Velino,
bonificando cosî la valle Reatina, anche se nella piana Reatina rimangono
alcuni laghi in quanto il cavo Curiano non riesce a contenere completamente
le piene del Velino e nel breve periodo la Cascata risolve il problema dell'impaludamento
ma ne crea altri nei territori a valle.
I Ternani nel 1385 bloccano il progetto dei Reatini, di fare un canale alternativo
a quello Curiano, i Ternani temono l'inondazione delle proprie terre a causa
dell'eccessiva immissione di acque del Velino nel Nera, progetto che viene quindi
interrotto dai Ternani, progetto che però viene ripreso e completato
dai Reatini nel 1422, realizzato dall'architetto Fioravanti su commissione di
Braccio Fortebraccio di Montone, dopo che i Reatini nel 1417 espugnano Rocca
San Zenone, costruita dai Ternani per impedire appunto la modifica del cavo
Curiano, il cavo parallelo costruito dai Reatini prende il nome di cavo Reatino.
Dopo vari tentativi, papa Clemente
VIII incarica l'architetto Giovanni Fontana di porre rimedio al problema dell'impaludamento
della piana Reatina, riproponendo la soluzione attuata dai Romani nel III sec.
a.C. e nel 1601 inaugura il cavo Clementino, in pratica, fa allargare e abbassare
il fondo dell'antico cavo Curiano, incrementando la pendenza per aumentare la
velocità delle acque; inoltre fa costruire un "ponte regolatore"
per regolare appunto il passaggio di acqua e impedire cosî piene rovinose
nella sottostante valle del Nera.
Il nuovo canale riesce finalmente a bonificare il Reatino, provocando la divisione
del lago Velino in più bacini autonomi (laghi di Ventina, di Canale,
di Cor della Stella e di Piediluco) e rendendo indipendente il percorso del
fiume Velino. Il "ponte regolatore", però, si rivela non del
tutto efficace, la massa d'acqua che precipita dalla Cascata ostacola il deflusso
del Nera e, nei periodi di intensa piovosità, provoca l'inondazione delle
campagne per diversi chilometri a monte della Cascata.
Solo 1787 il progetto dell'architetto Andrea Vinci dà alla Cascata il
suo aspetto attuale, progetto approvato da papa Pio VI di realizzare un taglio
diagonale sul secondo balzo.
Nel 1861 inizia il futuro industriale di Terni, da questo momento in poi la
Cascata non è più strumento di bonifica del territorio o regolamentazione
del sistema idrico, ma si cominciano a valutare le possibilità energetiche.
Tra il 1881 e il 1884 viene costruita a Terni la Fabbrica
d'Armi ed è per favorire il suo insediamento che tra il 1873 e il 1879
il Comune si fa promotore della costruzione del canale Nerino.
Nel 1886 la Società degli Alti Forni Fonderie e Acciaierie di Terni,
la prima acciaieria d'Italia, entra in funzione: tutti i suoi meccanismi sono
alimentati dalla forza motrice assicurata da 2 metri cubi d'acqua derivati dalla
sponda destra del cavo Curiano.